ALESSANDRO VIGNALI
(Roma 1975 – Aviano/Terni 2019)
Formazione
Alessandro Vignali nasce a Roma nel 1965; l’artista che è in lui comincia a palesarsi circa diciassette anni dopo quando, lasciati gli studi liceali al quarto anno, inizia a interessarsi all’arte a tempo pieno. In quel periodo incontra e frequenta per un paio di anni un gruppo di artisti della capitale, confrontandosi con loro su arte e visione del mondo. Anche se in realtà la vocazione per la pittura arriva già da bambino, intorno alla prima elementare; l’artista racconta che la madre disegnò per lui un cavallo che non riusciva a fare da solo e da lì nacque un legame speciale con lei e insieme il forte e crescente desiderio di disegnare.
Fin dall’adolescenza Alessandro è investito da un’immensa passione, la pittura. La pittura diventa la sua unica attività; l’artista, non trovando all’esterno il modo di comunicare, si chiude in casa e trova sfogo nella pittura e la sua abitazione si trasforma in un laboratorio. Entrare nell’abitazione di Alessandro domina un odore di olio, le tele sono affastellate in tutti i luoghi. Una vera esplosione di colore.
Già intorno ai venti anni Alessandro dipinge con le caratteristiche che poi lo hanno accompagnato tutta la sua carriera: grandi tele, colori forti, largo impiego di pigmenti azzurri e rossi. Tra i venti e i ventisei anni viaggia molto, soprattutto nelle capitali europee del Nord: Londra, Amsterdam e poi Scozia e Francia. Un periodo, quello dei viaggi, che segnerà per sempre il suo immaginario e il suo lavoro (i motivi ricorrenti di castelli e fortezze ma anche le battaglie che evocano quelle degli eserciti del Nord), tanto che ancora oggi afferma che il suo desiderio più grande sarebbe stato sempre quello di andare a vivere e lavorare in Inghilterra. Dopo il periodo dei viaggi, intorno ai venticinque anni, da Roma si trasferisce con la famiglia in Umbria, ad Alviano (Tr), dove vive ancora oggi. È qui che inizia la gran parte della sua ricchissima produzione: nell’atelier di casa lavora in un primo periodo, dipingendo tele di grandi dimensioni, per lo più stando quasi sdraiato a terra; fino al 2004 il suo lavoro è scandito dalla musica visionaria dei Led Zeppelin, colonna sonora costante che accompagna un lavoro intenso e una produzione davvero instancabile. Nonostante oltre dieci anni di lavoro, la mole di materiale prodotto e una cifra stilistica ormai consolidata, la prima mostra per lui arriva solo nella metà degli anni ’90 nella sua nuova città, Alviano; a questa faranno seguito altre due mostre in Umbria: a Giove (Tr) nel 1998 e a Spoleto (Pg) nel 2000. Da lì inizia ad esporre in molte gallerie in Italia e poi all’estero, fino ad arrivare a Londra e New York, dove vengono apprezzati quelli che sono temi e soggetti ricorrenti delle opere di Vignali: le macchine volanti (“l’auspicio per un futuro migliore” dice l’artista), i soldati in divisa – spesso rossa o blu – schierati in un eterno scontro e sospesi tra la battaglia e lo scambio di energia, i volti che, pur simili, si declinano in una moltitudine di soggetti diversi. La pittura è ed è sempre stata la sua unica attività.
È proprio nel paese dove abita, ad Alviano, che nel 1997 espone per la prima volta nel castello.
Poetica
L’arte mi salverà
Quando il mondo reale diventa asfissiante, cogliere dal nulla nuove esistenze. Trovare nella realtà quello che non c’è. La pittura non può limitarsi a riprodurre il reale, a reinterpretarlo, a figurarlo o trasfigurarlo. La pittura non può limitarsi a cogliere nell’astratto le essenze, le idee pure del reale. La pittura deve rifondare la realtà. Quando dipingo cerco altri approdi. Sono piccoli approdi nel nulla, mondi immaginari, sorprese della mente, entità futuro o entità passato remoto che ignorano, eludono, superano regole reali, connessioni spazio-tempo, statica e funzionalismo spaziale, consecutio temporum. La pittura rifugge il liceo, l’accademia, l’università. La pittura rifugge l’universalità, il complesso di relazioni che governa il mondo. La pittura rifugge la società. Quando il mondo reale diventa asfissiante la pittura è la via. È la via dal mondo. È la fuga personale verso altri approdi. Rapporti umani impossibili, urbanistiche intolleranti e intollerabili, guerre, macchine invadenti, macchine devastanti, sovrappopolazioni. La fuga è nelle battaglie senza sangue, nel ribaltare il senso della chiesa, della casa, della città, ribaltata come in un gioco di bambino, come nel mondo mentale di un bambino. La via dal mondo è fatta di “eserciti in un conflitto virtuale“, senza divise macchiate di sangue amico o nemico, senza corpi dilaniati sotto il sole, sono scontri dialettici che covano nell’animo, lotte contro nemici invisibili, guerra alle paure: di vivere e di morire, di essere dominati e di dominare, di perdere e di vincere. La fuga dalle bassezze sociali, dai tradimenti, dagli illeciti, dai giochi sporchi e dagli atti di prepotenza è un viaggio di esplorazione su navicelle spaziali, su barche vichinghe, su convogli della mente che incontrano cubi fatti parchi, macchie nere fatte foreste, sfere fatte campi di atterraggio. L’essere umano è vittima dell’aspetto barbaro della fisica. Solo la fantascienza lo salverà dalla scienza. Solo l’arte lo salverà dalla geometria.
Mostre personali
2017 “Da Bosh a Vignali tra visione ed inquietudine”, Convento di Santa Sabina all’Avventino Roma
2016 “I Venerdì Ocra di Montalcino”, Officina creativa dell’abitare, Montalcino (Siena)
)2014 “Alessandro Vignali”, Am Meeting, Palazzo Primavera, Terni
2014 “Il mondo fuori casa”, Officinae d’arte#3, Palazzo Eustachi/atelier Arte&decò -Terni
2013 “La guerra giocata di Alessandro Vignali”, PLACEBO, Terni
2012 “Natura o cultura?”, Galleria Da. Co., Terni
2011 “Chi è l’alieno?”, Castello di Alviano, Alviano (Terni)
2010 ARTE3 IV 2010, Palazzo Primavera, Terni
2010 Miestny úrad Vajnory, Roľnícka 109, Bratislava
2010 Foyer Galérie Fontána, Beethowenova 1, Piešťany
2010 Primaciálny palác, Primaciálne námestie, Bratislava
2010 Sala Consiliare, Castello di Alviano, Alviano (Terni)
2009/2010 “New York – Londra – Alviano”, Castello di Alviano, Alviano (Terni)
2009 30° Festa dell’olio, Montecchio (Terni)
2009 Highgate Gallery,11 South Grove, London N6 6BS
2009 “New York-Orvieto-Londra, il viaggio di un pittore”, Torre del Moro, Palazzo dei Sette, Orvieto
2009 Hotel Plaza, Padova
2008 Tempi Moderni, Rovigo
2008 “Al futuro”, galleria Il Melone – Arte Contemporanea, Rovigo
2007/2008 “Invasioni”, Orvieto (Terni)
2006 Galleria Il Canovaccio, Terni
2005 Castello di Alviano (Terni)
2004 “Where is Orig? I don’t know Orig is … is …I don’t know!!”, Palazzo Petrignani, Amelia (Terni)
2003 “Musica e arte al Chiostro”, Chiostro S. Giovanni, Orvieto (Terni)
2002 “Città immaginarie”, Terni. Presentazione a cura di Anna Gili
1998 Castello di Giove, Giove (Terni)
1997 Castello di Alviano, Alviano (Terni)
Mostre collettive
2016 “OVeST” Spoleto racconta il Giappone alla 5° HMAB. Palazzo Leonetti Luparini, Spoleto
2015 “OVeST” Palazzo Leonetti Luparini e Palazzo Mauri, Spoleto
2013 “New York Crossing Over 2013”, Rio Gallery II, New York
2012 URBAN aliens, Klariska, Bratislava (Slovacchia)
2011 “Here now” – Mostra d’arte internazionale, Castello Estense, Ferrara
2010 “Fuori posto”, Terni
2010” A Summer Miscellany, Highgate Gallery, Londra
2010 “2 MONDI”, Castello di Alviano (Terni)
2010 “Canovaccio project”, Galleria Il Canovaccio, Terni
2009 “The color of hope”, BWAC, Brooklyn, New York
2008 ARTEforte, 1° Fiera d’arte moderna e contemporanea, Forte dei Marmi (Lucca)
2008 “HEADS il collezionista di teste”, galleria Il Canovaccio – Arte Contemporanea, Terni
2006 via Giulia, Roma
2005 Palazzo Primavera, Terni. Curatore: Francesco Santaniello
2000 “L’amour fou”, Bruxelles
Hanno scritto di lui
È morto Alessandro Vignali, “il pittore delle guerre” martedì 8 gennaio 2019 Claudia Sens
L’artista aveva 53 anni.
L’arte ha perso uno dei suoi rappresentanti più originali e genuini. Ad appena 53 anni se ne è andato Alessandro Vignali, il “pittore delle guerre” come è stato definito. Sulle tele Alessandro – persona molto schiva – metteva in scena le sue battaglie psicologiche, le sue lotte interiori e lo faceva con un linguaggio espressionista vigoroso ed impattante. La sua è una pittura nata come necessità interiore, irruenta ma mai cruenta perché, come diceva lui stesso “in queste battaglie non c’è sangue”.
“Nel lavoro di Alessandro Vignali – ha avuto modo di scrivere il critico d’arte Enrico Mascelloni – le scene di guerra sono preponderanti su qualsiasi altro soggetto, danno vita a varianti notevoli e colpiscono per la loro originalità. Ma l’estetica svela la guerra a sé stessa rendendola irrappresentabile, cioè trasformandola in una pura finzione”.
Alessandro – che ha viaggiato molto, soprattutto nei Paesi nordici che hanno notevolmente influenzato la sua arte – raccontava la sua visione della vita con una poesia struggente. Opere dai toni accesi si fondono con violenti contrasti e ampie pennellate che descrivono una varietà di soggetti dinamicamente interagenti: architetture fantastiche, città immaginarie, aerei da guerra, soldati austriaci, navi vichinghe. “A distanza di secoli e con un linguaggio diversissimo – ha scritto ancora Mascelloni – mi viene da dire che Vignali riproponga la lezione di Paolo Uccello(…). Credo che la lezione sulla guerra di Vignali sia possibile solo a un artista in tensione profonda con la sostanza del proprio tempo e che tale capacità di giocare così magistralmente con il Tempo e con la Storia sia possibile solo a chi, come lui, pagandola certo caracul piano della vita vissuta, dal suo tempo se ne sia estraniato con rigore maniacale”. Ciao Alessandro!